Secondo la visione di Max Horkheimer, uno dei maggiori rappresentanti della Scuola di Francoforte, il processo che porta dalla società capitalistica liberale al capitalismo di Stato (comunista o fascista) affonda le sue radici in una concezione strumentale della ragione che mira al potere assoluto, attraverso la centralizzazione e la burocratizzazione.
La ragione è ridotta a mezzo per raggiungere fini, diversi da quelli per cui era stata messa in atto. Essa non aiuta perciò l’uomo a individuare fini validi, divenendo così un mero strumento di amministrazione. Lo stesso Illuminismo (nel suo senso assoluto, sovrastorico), che sarebbe iniziato con la cultura greca, rischia di diventare – se non lo è già diventato – un fenomeno catastrofico: la ragione che da esso è scaturita ha infatti mirato sempre meno alle verità teoriche e si è sempre più indirizzata verso la ricerca della funzionalità, verso l’invadente “imperativo tecnico” di kantiana memoria.
In ciò consiste la contraddizione - “la dialettica” – dell’Illuminismo: quest’ultimo sembra essere, contrariamente al progetto di “uscita dalla minorità” (emancipazione dell’individuo, rivendicazione della libertà della sua azione e del suo intelletto), l’annullamento dell’individuo, oramai guidato totalmente da altri.
Ricordiamoci i motivi per cui nacque l’Illuminismo…
Tale corrente ha cercato di allontanare gli uomini dalla paura e di renderli “padroni”, di promuovere cioè quel processo che Weber aveva definito “disincantamento del mondo”, sostituendo la scienza alla superstizione (religione compresa); dall’altra però, ha finito con l’impoverire la Terra del suo senso, ormai “illuminata” dalla ragione strumentale e utilitaristica.
In quest’ottica possiamo distinguere una ragione “oggettiva”, vale a dire il pensiero che si occupa dei fini ultimi dell’agire umano… e una ragione “soggettiva”, “strumentale”, intesa come strumento di dominio sulla natura, del dominio dell’uomo sull’uomo…
“Marx si è illuso”, osserva Horkheimer: le sue previsioni non hanno trovato riscontro nella realtà: il proletariato non ha dimostrato la forza rivoluzionaria sperata e, in fondo, ha ricevuto alcuni vantaggi dallo sviluppo del capitalismo, preferendo il benessere materiale piuttosto che un cambiamento sociale.
Il capitalismo non ha camminato verso l’autodistruzione – come invece le teorie marxiane sostenevano – ma ha preparato il mondo del dominio totale; giustizia e libertà si sono mostrate esigenze inconciliabili, perché dove si è cercato di costruire una società “giusta” si è persa la libertà, e dove si è voluta una “società libera”… la giustizia ne ha sofferto.
Prendiamone atto… guardiamo al nostro contesto storico, diamo uno sguardo critico alla società globale… e cogliamo tutta l’attualità e la portata di questi pensieri.
Francesco Macaluso
La ragione è ridotta a mezzo per raggiungere fini, diversi da quelli per cui era stata messa in atto. Essa non aiuta perciò l’uomo a individuare fini validi, divenendo così un mero strumento di amministrazione. Lo stesso Illuminismo (nel suo senso assoluto, sovrastorico), che sarebbe iniziato con la cultura greca, rischia di diventare – se non lo è già diventato – un fenomeno catastrofico: la ragione che da esso è scaturita ha infatti mirato sempre meno alle verità teoriche e si è sempre più indirizzata verso la ricerca della funzionalità, verso l’invadente “imperativo tecnico” di kantiana memoria.
In ciò consiste la contraddizione - “la dialettica” – dell’Illuminismo: quest’ultimo sembra essere, contrariamente al progetto di “uscita dalla minorità” (emancipazione dell’individuo, rivendicazione della libertà della sua azione e del suo intelletto), l’annullamento dell’individuo, oramai guidato totalmente da altri.
Ricordiamoci i motivi per cui nacque l’Illuminismo…
Tale corrente ha cercato di allontanare gli uomini dalla paura e di renderli “padroni”, di promuovere cioè quel processo che Weber aveva definito “disincantamento del mondo”, sostituendo la scienza alla superstizione (religione compresa); dall’altra però, ha finito con l’impoverire la Terra del suo senso, ormai “illuminata” dalla ragione strumentale e utilitaristica.
In quest’ottica possiamo distinguere una ragione “oggettiva”, vale a dire il pensiero che si occupa dei fini ultimi dell’agire umano… e una ragione “soggettiva”, “strumentale”, intesa come strumento di dominio sulla natura, del dominio dell’uomo sull’uomo…
“Marx si è illuso”, osserva Horkheimer: le sue previsioni non hanno trovato riscontro nella realtà: il proletariato non ha dimostrato la forza rivoluzionaria sperata e, in fondo, ha ricevuto alcuni vantaggi dallo sviluppo del capitalismo, preferendo il benessere materiale piuttosto che un cambiamento sociale.
Il capitalismo non ha camminato verso l’autodistruzione – come invece le teorie marxiane sostenevano – ma ha preparato il mondo del dominio totale; giustizia e libertà si sono mostrate esigenze inconciliabili, perché dove si è cercato di costruire una società “giusta” si è persa la libertà, e dove si è voluta una “società libera”… la giustizia ne ha sofferto.
Prendiamone atto… guardiamo al nostro contesto storico, diamo uno sguardo critico alla società globale… e cogliamo tutta l’attualità e la portata di questi pensieri.
Francesco Macaluso