Uno sguardo sulle origini del pensiero filosofico
E’ comunemente noto che il termine “filosofia” derivi dal greco “philosophia”, composto da philein (“amare”) e sophia (“sapienza”), e rimanda dunque al pregnante concetto di “amore per la sapienza”, o “per la conoscenza”, naturale predisposizione a voler sapere, innata tensione disinteressata verso la conoscenza, attitudine irriducibile alla ricerca del sapere.
La tradizione vuole che sia stato Pitagora a coniare il termine. La prima tematizzazione del suo significato risale però a Platone, che ne dà una prima spiegazione nel “Simposio”, una delle sue opere più famose.
In quest’opera Platone – parlando del mito della nascita di Eros (dal verbo eroèin, “unire”, “tendere all’unità”) – lo definisce “philosophos” per il suo naturale e costante desiderio di giungere alla conoscenza, per placare la sua sete alla fonte del sapere. Secondo il mito, infatti, Eros è figlio di Penìa e Pòros, dove la parola greca “penìa” designa appunto la “mancanza di qualcosa”, e “pòros” la capacità necessaria per raggiungerla.
Il primo a tracciare una storia del pensiero filosofico è stato invece Aristotele (il discepolo più noto di Platone) nella sua “Metafisica”. Secondo Aristotele la filosofia nasce dalla meraviglia dell’uomo di fronte al mondo, dal suo interrogarsi intorno alle cose, ma anche dal tentativo di spiegare ciò che è ignoto, oscuro, ma proprio per questo affascinante…
Da questo punto di vista (che non posso che condividere) la filosofia nasce come ricerca del fondamento, ricerca dei principi che governano le cause dei fenomeni (non a caso è madre della scienza, nel significato in cui la intendiamo oggi), che procedendo attraverso domande e dubbi, connaturati all’uomo, si pone alla ricerca della verità, di un principio che governa il mondo.
Ovviamente la filosofia nel corso del tempo (e fino ai giorni nostri) non si è limitata ed essere solo questo. Diverse sono state le modalità di pensiero filosofico che si sono originate e sviluppate nel corso della storia dell'uomo: dalla filosofia politica alla filosofia del linguaggio, della scienza, delle religioni; progressivamente, forti matrici filosofiche si radicano nell'ambito della logica-matematica, nella psicologia, nella pedagogia, nella semiotica, nell'arte... Indiscusse influenze in tutti i campi del sapere... In bilico tra il generare pensieri, la storia, anticiparne i cambiamenti, e l'analizzare post-factum la realtà che ci circonda, in tutti i suoi aspetti...
E’ stata anche intesa essenzialmente - soprattutto nel suo versante tardo-moderno e contemporaneo - come l’analisi della realtà storica, per individuarne le contraddizioni, così da smascherarle, rimuoverle, sottoporle al pensiero critico, in nome di un concreto cambiamento nell’ordine politico-sociale.
E sull’attuale realtà storica… la filosofia, intesa in quest’ultimo senso, avrebbe molto da raccontare.
Molto su cui invitare a riflettere… e da sottoporre – senza alcun alibi – alla ragione critica.
Francesco Macaluso
E’ comunemente noto che il termine “filosofia” derivi dal greco “philosophia”, composto da philein (“amare”) e sophia (“sapienza”), e rimanda dunque al pregnante concetto di “amore per la sapienza”, o “per la conoscenza”, naturale predisposizione a voler sapere, innata tensione disinteressata verso la conoscenza, attitudine irriducibile alla ricerca del sapere.
La tradizione vuole che sia stato Pitagora a coniare il termine. La prima tematizzazione del suo significato risale però a Platone, che ne dà una prima spiegazione nel “Simposio”, una delle sue opere più famose.
In quest’opera Platone – parlando del mito della nascita di Eros (dal verbo eroèin, “unire”, “tendere all’unità”) – lo definisce “philosophos” per il suo naturale e costante desiderio di giungere alla conoscenza, per placare la sua sete alla fonte del sapere. Secondo il mito, infatti, Eros è figlio di Penìa e Pòros, dove la parola greca “penìa” designa appunto la “mancanza di qualcosa”, e “pòros” la capacità necessaria per raggiungerla.
Il primo a tracciare una storia del pensiero filosofico è stato invece Aristotele (il discepolo più noto di Platone) nella sua “Metafisica”. Secondo Aristotele la filosofia nasce dalla meraviglia dell’uomo di fronte al mondo, dal suo interrogarsi intorno alle cose, ma anche dal tentativo di spiegare ciò che è ignoto, oscuro, ma proprio per questo affascinante…
Da questo punto di vista (che non posso che condividere) la filosofia nasce come ricerca del fondamento, ricerca dei principi che governano le cause dei fenomeni (non a caso è madre della scienza, nel significato in cui la intendiamo oggi), che procedendo attraverso domande e dubbi, connaturati all’uomo, si pone alla ricerca della verità, di un principio che governa il mondo.
Ovviamente la filosofia nel corso del tempo (e fino ai giorni nostri) non si è limitata ed essere solo questo. Diverse sono state le modalità di pensiero filosofico che si sono originate e sviluppate nel corso della storia dell'uomo: dalla filosofia politica alla filosofia del linguaggio, della scienza, delle religioni; progressivamente, forti matrici filosofiche si radicano nell'ambito della logica-matematica, nella psicologia, nella pedagogia, nella semiotica, nell'arte... Indiscusse influenze in tutti i campi del sapere... In bilico tra il generare pensieri, la storia, anticiparne i cambiamenti, e l'analizzare post-factum la realtà che ci circonda, in tutti i suoi aspetti...
E’ stata anche intesa essenzialmente - soprattutto nel suo versante tardo-moderno e contemporaneo - come l’analisi della realtà storica, per individuarne le contraddizioni, così da smascherarle, rimuoverle, sottoporle al pensiero critico, in nome di un concreto cambiamento nell’ordine politico-sociale.
E sull’attuale realtà storica… la filosofia, intesa in quest’ultimo senso, avrebbe molto da raccontare.
Molto su cui invitare a riflettere… e da sottoporre – senza alcun alibi – alla ragione critica.
Francesco Macaluso